Al via domani la settimana di celebrazioni dell’orgoglio gay

E’ un anniversario importante quello che sta per essere celebrato a New York: ricorre infatti il 50° anniversario dai moti dei Stonewall, che hanno dato il via alla liberazione del movimento LGBTQIA+ (Lesbiche, Gay, Bisessuali, Transgender, Queer, Intersessuali, Asessuali. Il + indica inoltre le identità di genere e orientamenti sessuali non eterosessuali e non binarie).

Tra la miriade di iniziative, eventi, mostre, occasioni di dibattito e concerti degni di un olimpiade, è meritoria la decisione da parte del World Pride di ospitare parte dell’AIDS Memorial Quilt.

Si tratta di una gigantesca opera artistica collettiva conosciuta anche come la coperta dei nomi.

I pannelli di stoffa riportano infatti alcuni dei nomi dei defunti a causa dell’AIDS, ricordati dai propri parenti attraverso immagini, foto, disegni e oggetti.

Per lungo tempo lo stigma della malattia è stato associato all’omosessualità, quando invece i dati più recenti ci avvertono che si tratta di un problema tutt’altro che circoscritto e molto traversale.

Dal 1987, anno in cui l’attivista Cleve Jones decise di fare un appello a quanti avessero perso un amico, il partner o un figlio a causa della malattia per realizzare tutti insieme un patchwork, la coperta ha continuato ad aggiungere tasselli ed è diventata enorme: l’opera d’arte collettiva finora mai realizzata.

La grande mela in questa emblematica settimana ne sarà tappezzata, aggiungendo un altro importante messaggio a quello di inclusione portato dal World Pride: prima di tutto, la prevenzione, indipendentemente dall’orientamento sessuale di ciascuno.

Perché – anche se l’HIV è ormai definibile come malattia cronica, se il paziente è sottoposto tempestivamente a terapia – il virus davvero non fa distinzioni.
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