“Discriminazione di genere al Ces”.

E’ la traduzione dell’hashtag #CESGenderBias che impeversa negli ultimi giorni sui social.

Il Ces è la più grande fiera internazionale della tecnologia e dell’innovazione che si tiene annualmente a Las Vegas.

Il caso Lora è invece l’epilogo di una brutta storia di discriminazione e manicheismo, davvero fuori luogo (e fuori epoca!).

Andiamo con ordine: che la Silicon Valley non brilli per riconoscere diritti paritari ambosessi è cosa nota, tanto che due anni fa fece clamore la scelta di Apple di parificare i divari in termini di equità sul posto di lavoro, sia di genere che etnici.

La tecnologia, a quanto pare, è cosa da uomini…anche nel 2019.

A dimostrarlo, in questi giorni, il premio prima assegnato e poi ritirato alla Lora di Carlo, compagnia che si occupa della progettazione e realizzazione di sex toys all’avanguardia.

Con OSE’, il suo vibratore femminile da usare senza mani, aveva meritato un riconoscimento per l’innovazione.

Peccato che il Ces ci abbia ripensato, prima appellandosi – con un clamoroso autogol – alla regola che vieta di presentare prodotti immorali, osceni, decenti e volgari...peccato che negli scorsi anni siano stati più d’uno i premi assegnati al settore sex toys (come ad esempio alle bambole consenzienti di questo articolo).

Poi – ancora peggio – spiegando che Osè non rientrerebbe nella categoria Droni e Robotica.

Affermazione difficile da sostenere, se si pensa alle caratteristiche del prodotto.

“Il problema è la discriminazione di genere”.

Ad affermarlo, Lora Haddock, fondatrice della Lora di Carlo, azienda prettamente femminile.

Il dubbio viene, se si pensa che negli ultimi 100 prodotti premiati solo 1 è da attribuire ad un’impresa di donne.

Insomma, così avanti, così indietro, viene da pensare.

La Lora di Carlo si sta consolando con diversi riconoscimenti che stanno arrivando dagli organi di stampa mondiali.

Il Ces invece si può supporre che avrà qualche gatta da pelare nelle prossime edizioni…

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