Tra le nuove espressioni dell’affettività e della sessualità, c’è il poliamore. Cerchiamo di capirne di più.

Forse mai come negli ultimi anni stiamo assistendo ad un’apertura sostanziale nei confronti delle diverse accezioni dell’amore e del sesso, diverse dalla tradizionale visione della coppia.

In altre occasioni ci siamo soffermati a spiegare il significato di termini di nuovo conio, come ad esempio skoliosessualità.

Comincia a entrare nell’uso comune la parola poliamore, ma sono ancora poche le persone che ne sanno dare una definizione precisa.

In definitiva, cosa si intende quando si parla di poliamore e in cosa consiste?

In parole semplici, è il condurre contemporaneamente più di una relazione affettiva.

Non si tratta, dunque, di rapporti monogamici.

Eppure la poliamorosità non va confusa con le relazioni aperte.

Sebbene non vi sia una regola precisa e ciascun caso differisca dall’altro, in generale si parla di poliamore quando il rapporto è compartecipato da tutti gli individui coinvolti.

Capita sovente che tutto parta da una coppia originaria che di comune accordo decide di includere un nuovo elemento nel proprio menage, non necessariamente solo in termini sessuali, ma anche sentimentali.

In ogni caso, i partner della coppia principale conoscono gli eventuali altri elementi che frequentano in modo romantico i propri compagni.

Ci si riferisce invece ad una coppia aperta quando i partner si ritengono liberi di incontrare sessualmente altre persone, senza esserne sentimentalmente coinvolte.

In questo caso la coppia originaria non perde l’esclusività del rapporto affettivo.

Alla base di qualsiasi relazione, comunque, c’è una grande fiducia e tanta volontà di mantenere una comunicazione serena e sincera.

Ciò non salva automaticamente dalla gelosia, ma forse queste tipologie non convenzionali di amore vedono allontanarsi il rischio di cadere nell’ipocrisia che troppo spesso contamina le relazioni ordinarie.

 

Scrivici su whatsapp!
Invia