di Monica Micheli*

Mi sono sempre piaciute le storie.

Mi piace sentirle e raccontarle, con una curiosità che nel tempo non è mutata.

Gli studi classici sono ricchi di rocambolesche avventure eroiche e, se si ha avuto la fortuna di essere stati guidati da insegnanti appassionati, l’amore per la mitologia ti accompagnerà per sempre.

Questo perché, col tempo, riesci a vedere dei collegamenti interculturali di enorme fascino.

Carl Gustav Jung aveva intuito l’importanza universale del mito, in ogni epoca e latitudine.

Psicoanalista, psichiatra, antropologo e filosofo teorizzò l’inconscio collettivo, una sorta di cloud dell’umanità, un serbatoio condiviso da tutti gli uomini, innato, soprannaturale, ereditario, per così dire.

Poiché ritroviamo dinamiche comuni a tutti i miti, dovunque e sempre, l’ipotesi è che questi veicolino dei messaggi chiave per la nostra specie e per il suo sviluppo, poiché sono un substrato psichico simbolico dove è immagazzinato il vissuto dell’umanità.

 

Parliamo dell’odierna festività, la Pasqua

Per il mondo cattolico, oggi si celebra la resurrezione del Cristo. La prossima settimana sarà festeggiata dal calendario ortodosso.

Ma è una ricorrenza di origine cristiana?

Come molto spesso accade, no.

La primavera è la stagione del risveglio della natura, dopo che l’inverno ha avvolto il nostro emisfero in uno stato simile alla morte.

In verità, il grembo di Madre Natura ha continuato a pullulare di vita sotterranea, preparandosi a sbocciare in questo meraviglioso periodo di gioia e abbondanza manifesta.

Una fase che veniva celebrata fin dalla notte dei tempi: gli assiro-babilonesi veneravano la dea Ishtar, dea dell’amore, della fertilità e dell’erotismo, collegata al pianeta Venere.

Sposa Tammuz, il dio pastore, la cui morte e resurrezione ricordava ritualmente ogni anno il susseguirsi delle stagioni.

E’ facile ritrovare un parallelo, nel pantheon greco-romano, con la celebre storia d’amore tra Venere e Adone: anche in questo caso, dopo l’equinozio di primavera si celebravano le adonie, festività rituali in onore del dio morto e risorto.

Nato dall’amore incestuoso di Mirra per il padre Cinira, re di Cipro, il bimbo venne rinvenuto da Afrodite e affidato a Persefone, dea degli inferi, perché lo allevasse.

Una volta uomo, Afrodite tornò a prenderlo, innamorata del bellissimo giovane.

Ma Proserpina-Persefone non volle restituirlo. Così Zeus appianò le divergenze tra le due stabilendo che Adone avrebbe trascorso metà dell’anno in superficie con Afrodite-Venere e l’altra metà nelle viscere della terra con Proserpina.

 

Accoppiamenti rituali e nozze sacre primaverili erano comuni anche ai miti celtici, dove il periodo dedicato a Ostara o Eostre (dove ritroviamo la dea Ishtar di cui sopra e, quindi, il termine Easter, Pasqua in inglese) aveva la stessa valenza delle omologhe festività sopra citate.

E’ comunque un amore, quello per la vita, che è in grado di garantire il ciclo naturale delle stagioni.

Che sia dunque una Pasqua che ci ricordi di amarci e di amare, così da portare abbondanza e colore nelle nostre vite!
Monica Micheli

Monica Micheli

 

 

Monica Micheli, prima vera esperta di Cucina Afrodisiaca ed Evoluzione Relazionale, owner del web-magazine www.ErosKitchen.com

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