Accaddeva un anno fa e gli attivisti celebrano in questi giorni la deposizione della statua bronzea del Dott. Sims, che sottoponeva a esperimenti ginecologici le schiave afro-americane. Senza consenso né anestesia.
Molti lo riconoscono come il padre della ginecologia moderna, ma il Dottor James Marion Sims, deceduto nel 1883, è stato negli ultimi anni al centro di una accesa contestazione da parte degli attivisti antirazzisti newyorkesi.
La sua stata campeggiava fino a pochi giorni fa su di un piedistallo al Central Park, a ricordare i suoi successi nel campo della chirurgia, applicata soprattutto in ambito ginecologico.
Se da un lato a lui si deve la realizzazione del primo ospedale ginecologico americano, ilWoman’s Hospital of the State of New York , e numerose migliorie tecniche di grande importanza (ad esempio lo speculum a becco d’anatra), d’altro canto non si può scordare che le sue sperimentali tecniche chirurgiche furono condotte su schiave afroamericane, operate senza anestesia e senza che loro potessero opporsi in alcun modo.
Non solo: nel suo ospedale chiunque poteva assistere alle operazioni, effettuate in anfiteatri, incurante del disagio e del senso di vergogna delle pazienti.
Ennesimo punto a discapito della sua reputazione, fu la consuetudine di praticare la clitoridectomia (ovvero l’asportazione del clitoride) su richiesta di padri e mariti che lamentavano comportamenti isterici e poco consoni delle malcapitate.
Un simbolo troppo scomodo e controverso per continuare a trovare posto nel cuore della cosmopolita Grande Mela.
L’hashtag #NotOurHero ha sortito un anno fa i suoi effetti, convincendo l’amministrazione comunale di New York a rimuovere la statua bronzea del chirurgo.
Anche Cristoforo Colombo figura tra i personaggi contestati: il 22 aprile scorso ben 51 città americane e 51 stati hanno cancellato il Columbus Day a favore dell’ Indigenous People Day, che ti terrà il secondo lunedì di ottobre.