di Monica Micheli*
Suona un po’ fantascientifico, ma è vero: l’innamoramento porta a mutazioni genetiche.
Per ora la ricerca condotta dai dipartimenti di Psicologia delle Università della California e di New Orleans ha coinvolto solo un campione femminile.
Non è solo una sensazione, dunque, quella di sentirsi estremamente diverse, durante la fase più intensa di un rapporto romantico.
La fisiologia dell’amore è stata ben descritta già millenni fa dai lirici greci, in primis non a caso dalla poetessa Saffo…
…questa visione mi sconvolge il cuore in petto.
Basta che ti getti uno sguardo e mi si spezza la voce,
la lingua s’inceppa, subito un fuoco sottile corre sotto la pelle,
gli occhi non vedono più, le orecchie rombano,
un freddo sudore mi scorre, un tremore tutta mi afferra,
sono più verde dell’erba, e poco manca che muoia…
Le espressioni inglesi colloquiali usate per descrivere la turbolenza emotiva e fisica che si sperimenta durante l’innamoramento sono suggestive: lovesickness e falling in love.
Essere lovesick, malati d’amore, lascia presupporre uno stato psicofisico alterato che in genere si prova quando ci si innamora senza essere contraccambiati.
Falling in love, letteralmente cadere in amore, è legato a una visione mistica, magica, come il cadere addormentata della Bella delle fiabe punta dall’ago incantato.
Entrambi ci portano a pensare alla perdita o alla riduzione delle proprie facoltà cognitive.
Oggi, come dicevamo, la scienza smorza il lato più poetico di queste millenarie considerazioni e conferma che l’amore è potente.
Una sensazione talmente travolgente da riuscire a interferire con i nostri geni e indurli a cambiamenti.
Innamorarsi di qualcuno ha portato i geni delle donne sottoposte alla ricerca nell’arco di due anni a produrre interferone, una proteina che viene solitamente impiegata dal corpo per combattere virus, batteri e cellule tumorali.
Se consideriamo che la somministrazione di interferone a livello farmacologico può a volte portare a effetti collaterali anche gravi sulla psiche, portando il paziente ad avvertire depressione e addirittura istinti suicidi, possiamo dedurre che gli sbalzi umorali correlati all’innamorarsi, nella donna, siano l’evidenza di questa interazione genetica.
Lo studio ha anche rilevato che le donne che avevano lasciato il partner, nel corso del biennio di ricerca, avevano al contrario ridotto la produzione di interferone.
Non è chiaro perché ciò avvenga, sebbene gli scienziati ipotizzino che sia una reazione correlata in origine alla riproduzione: l’interferone preparerebbe il corpo femminile ad accogliere una gravidanza, aumentando le difese immunitarie.
Se così fosse, se ne deduce che la stessa ricerca effettuata sugli uomini non porterebbe allo stesso risultato.
Ma per averne conferma bisognerà attendere…
Monica Micheli, prima vera esperta di Cucina Afrodisiaca ed Evoluzione Relazionale, owner del web-magazine ErosKitchen.com e Tutor di Cucina Afrodisiaca per Detto Fatto