di Monica Micheli*

C’è un dettaglio che ci distingue dalla massa. Il make-up? La faccia tosta? degli addominali scolpiti?

No. E’ la gentilezza.

 

Una parola delicata, uno sguardo gentile, un sorriso bonario possono plasmare meraviglie e compiere miracoli.

William Hazlitt

 

Lo sapevano in pochi, ma ieri si è celebrata la giornata nazionale dei giochi della gentilezza.

Se ve la siete persa, potete recuperare il 13 novembre, ovvero la data in cui in tutto il mondo verrà celebrata la gentilezza.

Come tutte le mamme, la mattina vado di fretta. Molto di fretta.

Mi succede, specie in questi primi giorni di scuola, in cui l’uscita dei pargoli (o rospi, come definisco amabilmente i miei) è alle 12,30, di dover concentrare in pochissimo tempo ciò che ne richiederebbe almeno 3 volte tanto.

C’è poco da meravigliarsi se la concentrazione latita…

Ecco che, ad esempio, stamani ho passato quattro o 5 ingredienti per fare la zuppa alle casse automatiche del supermercato e le ho scordate lì, pagate e pronte per essere prelevate dal primo fortunato.

Sono già in macchina quando vedo avvicinarsi un barbuto e robusto signore.

Mi chiudo in auto, meccanicamente, con le sicure.

Si appressa ulteriormente e sì, sta guardando proprio me…sono quasi nel panico, faccio finta di non guardare e metto in moto velocemente.

Così lui mi fa cenno con la mano di aspettare.

Che faccio? Beh, il finestrino, nel dubbio, non l’abbasso. Con la coda dell’occhio guardo se nei paraggi c’è qualcuno pronto a venire in mio soccorso.

“Signora, ha scordato questi, credo” mi dice con un sorriso, alzando la busta con le zucchine e il sale grosso.

Mi sono sentita imbarazzata. E sollevata. Ma anche un po’ commossa.

La mia giornata ha preso tutta un’altra piega e in positivo!

 

Quand’è che ci siamo scordati del valore dei gesti gentili, del patrimonio di un sorriso, di una parola cortese?

La fretta e la paura sono la causa o un alibi?

Tornando a casa ho pensato al valore di questo termine e ai sentimenti che mi suscita sentirlo.

La sola parola mi fa stare bene, mi instilla serenità.

Desidero gentilezza come una pianta necessita di acqua.

Amabilità, garbo, cortesia…fanno parte di noi o dobbiamo rieducarci a comportarci con gentilezza?

E’ importante. Anzi è fondamentale.

Quando mi domandano “Come si fa a conquistare una persona?” o “Come faccio a rinvigorire il rapporto di coppia?”, a ben pensarci c’è una sola risposta: siate gentili.

Attenzione: la gentilezza non va confusa col servilismo, la zerbinaggine.

Gentile e cortese sono due termini che derivano dal concetto di nobiltà, in un primo momento di lignaggio e poi, grazie allo Stil Novo, di caratura etica.

Essere gentili è quanto di più ammaliante possiamo sfoggiare.

Cominciamo con piccoli gesti e facciamone un’abitudine: i risultati saranno prodigiosi!

 

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