di Monica Micheli*
“Non pensarci” è la filosofia occidentale. “Mostra con orgoglio le tue ferite” il messaggio orientale. In quale ti riconosci?
Trovo sia meraviglioso aprire la mente e confrontarsi con culture diverse.
Per questo amo viaggiare non organizzata, spesso ospitata da locals.
Il viaggio della vita – quello che ancora non ho fatto – sarà in Giappone, terra che mi ha sempre tanto affascinato per mille motivi: dalla cucina, alla storia, alle contraddizioni che ne fanno la capitale dell’hi-tech quanto della tradizione millenaria.
Mi piace pensare a mani delicate che con lentezza decorano una ceramica raku (termine che per l’appunto si può tradurre con comodo, rilassato, gioia di vivere).
Nel mio immaginario il Giappone è pace e misura…due termini che non sono propriamente conformi al mio stile di vita!
Negli ultimi mesi dal Sol Levante ci è arrivata notizia di una antica tecnica artistica che è anche una lettura della vita e delle relazioni: il Kintsugi.
La parola Kintsugi letteralmente significa riparare con l’oro.
Infatti si tratta di una procedura per riparare gli oggetti in ceramica impreziosendoli, anziché buttarli.
Portata in auge da due libri occidentali editi lo scorso anno (Céline Santini -“Kintsugi: L’arte segreta di riparare la vita” – Rizzoli; Tomas Navarro – “Kintsukuroi. L’arte giapponese di curare le ferite dell’anima” – Giunti), il Kintsugi si sta attestando come una vera e propria filosofia, o quanto meno come a una pratica terapeutica per alleviare le pene sentimentali.
Il messaggio zen è “Rialzati e vai avanti, nonostante gli ostacoli, nonostante le ferite che ti hanno portato ad essere la meravigliosa creatura che sei”.
La bellezza non è data dalla perfezione – uno standard irraggiungibile – , ma dalla capacità di fare delle imperfezioni un punto di forza e di vanto.
Delicatezza e pazienza sono le parole chiave di questa tecnica, che – parallelamente a quella che è l’elaborazione del dolore negli esseri umani – prevede che vengano raccolti i pezzi dopo la rottura, che vengano quindi riassemblati e che le crepe vengano riparate.
L’oggetto risultante sarà chiaramente diverso, ma bellissimo.
Anzi, proprio quelle ferite avranno contribuito a migliorarne l’essenza e lo stile.
Una bellezza che andrà sfoggiata con fierezza al mondo.
Vale la pena provare…