“Era inevitabile: l’odore delle mandorle amare gli ricordava sempre il destino degli amori contrastati.”

1985. Con questo incipit, Gabriel Garcia Marquez, spalancava al lettore le porte de “L’amore ai tempi del colera” riportandolo indietro di qualche anno.

Per il malinconico Florentino Ariza, che  vive in una magica e sensuale Cartagena sul finire del 1800, l’amore che prova nei confronti di Fermina Daza ha un odore ben preciso: quello delle mandorle amare. Lui aspetterà per mezzo secolo l’unica donna che ha amato.

Viene facile chiedersi allora, cosa ne sarebbe stato della loro travagliata storia d’amore se al posto del XX secolo, avessero attraversato il XXI, approdando al 2021, nel bel mezzo di una pandemia mondiale.

Probabilmente, Gabo Marquez, ci avrebbe raccontato di pianificazioni di incontri su chat di Telegram, di scambi di like su Instagram, balletti su Tik Tok e hot rooms di Clubhouse. O forse no.

Quel che è certo è che la pandemia ha riscritto alcune delle regole della comunicazione tra i sessi e, di riflesso dunque, del gioco della seduzione. E chi si trova a vivere un “amore contrastato”, oggi, più che vagabondare per strada alla ricerca di un odore che gli risvegli un’emozione, si dà appuntamento online.

Gli incontri sono pianificati virtualmente, in spazi digitali creati appositamente per ricostruire quell’intimità perduta in un passato ormai davvero troppo lontano.

Prendiamo il caso di Clubhouse: fondato ad Aprile 2020, in piena pandemia, questo “social del futuro” ha detto addio a post, foto, storie, testi, market place, like, condivisioni. Solo stanze e voce: un social unplugged, a metà strada tra un podcast ed una sempiterna diretta di Instagram.

Entrarvi non è poi così difficile: si accede su invito dei propri contatti, si sceglie un nickname, si personalizza la propria bacheca optando tra diversi interessi generali ed il gioco è fatto: ecco che vi si aprono le porte di una serie illimitata di stanze audio.

Immaginate una chiamata di gruppo su temi più disparati, nella quale si può scegliere se ascoltare o prendere la parola, alzando virtualmente la mano. La creazione, o meglio, il lancio di una stanza e la scelta del tema da affrontare è aperto a tutti coloro che ne abbiano voglia.

Un canale, dunque, per comunicare non solo con la propria rete ma davvero con chiunque. Insomma, una sorta di albergo con “camere ad ore”, ma aperto 24 h al giorno, dalle cui porte poter accedere e prender parte ad una conversazione di gruppo o semplicemente rimanere spettatori, spiando dal buco della serratura e ascoltando i discorsi degli altri.

Date le potenzialità del mezzo, c’è stato chi ha pensato bene di sfruttare queste stanze virtuali come camere di un motel digitalizzato che non conosce limiti e orari, trasformando questo nuovo canale in una rivisitazione di un’app di incontri.

Qualcuno direbbe che “Romanticising the Internet” è lo sport preferito dei Millennials, eppure la questione non si esaurisce così facilmente.

Pensate al connubio voce-seduzione e a quanto la voce, durante il sesso, sia capace di tenervi legati a quella dimensione dell’immaginario che spesso accende il desiderio. Non vi suona più familiare rispetto al più freddo sexting?

La scelta dunque di creare delle hot rooms su Clubhouse è davvero la deriva contemporanea del romanticismo o potrebbe esser letta come l’inizio di un nuovo paradigma della seduzione, che rimpiazza il precedente o meglio si ridisegna sulle esigenze di distanza forzata dettate dalla pandemia?

Un paradigma nel quale si sono spostati gli equilibri ma anche grazie al quale si è assistito ad un ritorno in auge di uno dei cinque sensi, tra i più importanti nel gioco della seduzione, eppure il più dimenticato: l’udito. Un senso, questo, che abbiamo barattato, per forza di cose, con quel “tatto” al quale, causa pandemia, abbiamo dovuto forzatamente rinunciare.

Sarà allora Clubhouse la nuova frontiera?

A voi la risposta.

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