“Le ingiustizie sociali e la calunnia sono ben peggio”, asserisce il Pontefice
“Hai commesso atti impuri?”
Chi ha un trascorso minimamente cattolico, non può non essere passato per la fatidica domanda del sacerdote, al momento della confessione.
Specie nella fascia pre-adolescenziale, gli atti impuri erano motivo di elucubrazioni infinite, alla ricerca del significato nascosto: cosa sono gli atti impuri? guardare Colpo Grosso vale? che peso hanno i sogni?
Nessuno ci ha mai dato risposte esaurienti in tal senso, né catechisti, né preti, né tanto meno i genitori.
Se per caso, però, si ometteva di menzionarli, precisa arrivava la fatidica domanda del prelato: “Hai commesso atti impuri?”
A ben pensarci, una specie di ossessione.
Rincuora sapere che, nelle scorse settimane durante la visita in Mozambico, addirittura Papa Francesco abbia sottolineato la stranezza di questa fissazione clericale per il sesso – o meglio, per evitare qualsiasi avvicinamento dei fedeli ad esso.
“Ci sono peccati ben più gravi,” ha specificato Bergoglio “quali la calunnia, i pettegolezzi, le menzogne, le ingiustizie sociali”.
Non è la prima volta che il Pontefice prende una posizione chiara contro i moralismi sessuali, definendo il sesso, lo scorso anno in un incontro con i giovani francesi, come un dono di Dio, sottolineando che il vero amore è appassionato.
Papa Bergoglio è il primo capo della Chiesa cattolica a non condannare l’uso del preservativo, soprattutto per arginare la diffusione dell’AIDS.
Di pochi mesi fa, l’affermazione: “La sessualità ha due scopi: amarsi e generare vita”.
Piccoli grandi passi verso l’umanità, per una istituzione che, finora, prediligeva ergersi a intransigente giudice.