L’allarme dal Congresso nazionale degli andrologi

Il clima sta mettendo a dura prova la fertilità maschile.

Potrebbe essere il riscaldamento globale una delle cause del sensibile calo demografico italiano, che nel 2018 ha fatto registrare il 4% meno di nuovi nati rispetto all’anno precedente.

A ipotizzarlo, la Società Italiana di Andrologia (Sia), riunita nei giorni scorsi a Frascati in occasione del Congresso nazionale dal titolo: “Natura, ambiente, alimentazione, uomo”, a simboleggiare la visione olistica che sta imperversando in tutte le scienze e che mette in correlazione il tutto al singolo.

Il numero medio degli spermatozoi degli uomini oggi è dimezzato rispetto a quarant’anni fa – avvertono gli andrologi – e un italiano su dieci è ormai infertile”

Colpa dell’inquinamento ambientale, ma anche del cambiamento climatico.

In altre specie animali, d’altronde, si è già osservato come un incremento di pochi gradi delle temperature esterne si ripercuota negativamente sull’apparato genitale maschile, dimezzando la fertilità.

E’ quindi ragionevole pensare che ciò accada anche per l’uomo.

Recenti dati epidemiologici hanno evidenziato come un maschio su tre sia affetto da patologie uro-andrologiche che possono interessare l’intero arco della vita, fin dall’adolescenza.

Riconoscere con tempestività i sintomi permette di trattare patologie quali l’ipogonadismo, la disfunzione erettile, l’eiaculazione precoce, l’infertilità, le patologie prostatiche su base infiammatoria o infettiva.

Nei prossimi giorni – il 31 ottobre – si terrà una interessante giornata di approfondimento in collaborazione con Crea per analizzare le interazioni dell’alimentazione in relazione alla salute maschile.

Si parlerà di fitoestrogeni, stili di vita a vantaggio del benessere, alimenti, sessualità e tono dell’umore,…

 

 

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