di Monica Micheli*
Siamo sicuri di sapere davvero cosa ci rende felici?
Ho lo strano vizio di studiare i selfie degli altri in fieri, quelli che stanno per essere scattati, analizzando i momenti prima e quelli dopo.
Sono l’unica? Vi è mai capitato di spiare la nascita di quelle foto di Instagram e di Facebook, pullulanti di sorrisi, di vite gagliarde, di aperitivi straordinari…?
Nella stragrande maggioranza dei casi, parlo di un buon 80%, i momenti che precedono lo scatto sono pura noia.
Commensali che sono stati intenti a controllare il proprio profilo più che a dialogare, innamorati taciturni e dall’aria vaga che si risvegliano solo all’idea di immortalare il loro straordinario amore, ragazzine sole.
Pensavamo di essere alla ricerca della felicità, ma ci siamo arenati nella sua pantomima.
Il nostro compito si assolve nella pubblicazione di stati che quasi mai rappresentano il reale.
Forse allora non sappiamo quale sia la felicità da ricercare, cosa ci renda felici.
Abbiamo bisogno di una guida in 10 punti, di un corso, di un guru che ci spieghi come riconoscerla, questa benedetta felicità.
Il problema, secondo me, è che ci siamo focalizzati solo su noi stessi.
Bello tutto questo anelito simil-spirituale, questo finto ritorno all’essenziale, all’essere più che all’avere.
Ma finché rincorreremo i sogni e gli obiettivi degli altri, anziché interrogarci su quali siano i nostri, la felicità sarà sempre più distante.
Lo stesso succederà se nello spasmodico inseguimento dell’estasi ci scorderemo che siamo parte di un tutto e che solo condividendo e lavorando assieme a chi ci sta accanto abbiamo qualche possibilità di essere felici, casomai questo stato esistesse anche fuori dai social.
Le filosofie orientali insegnano che se hai un sogno l’unica via per realizzarlo è di aiutare qualcun altro a raggiungere il suo.
E’ magia?
No, è gratitudine: molto spesso, la persona che hai aiutato sarà felice di esserti accanto quando vorrai costruire il tuo castello.
Ricevere senza dare è impossibile.
Come è vero che non è possibile sperimentare solo stati di grazia senza passare per tutti i colori dell’esistenza, dal grigiore delle giornate no, al nero della sconfitta, al rosa della tranquillità emotiva.
Quindi cosa bisogna fare per essere felici?
Vivere e godere di ogni secondo in ogni sua sfumatura, cercando di capire anche cosa significa la felicità per chi ci sta vicino.
D’altronde, come disse Mark Twain, per cogliere tutto il valore della felicità devi avere qualcuno con cui condividerla.
(…non necessariamente sui social)