Tra le nazioni occidentali, triste primato per il Regno Unito
Più di 165 mila persone al mondo hanno risposto al più grande questionario mai condotto in merito all’utilizzo di farmaci e droghe, il Global Drug Survey.
Nel dettaglio, 22 mila partecipanti si sono soffermati sulle proprie abitudini in merito all’utilizzo di droghe durante gli incontri sessuali.
Il chemsex è una tendenza in crescita, trasversale per età, sesso e orientamento.
Tra le nazioni europee, l’America e l’Australia, è la Gran Bretagna ad attestarsi al primo posto per percentuale di persone che hanno dichiarato di adottare abitualmente tale pratica.
Fare sesso sotto effetto di stupefacenti non è dunque un uso, come si pensava, circoscritto agli ambienti gay e bisessuali, ma decisamente più diffuso.
Il sondaggio, condotto dall’University College di Londra e pubblicato in questi giorni sul The Journal of Sexual Medicine, evidenzia che i messaggi diretti ad avvertire gli utilizzatori di droghe in merito ai rischi derivanti dall’uso delle stesse durante i rapporti sessuali devono parlare ad un pubblico vasto ed eterogeneo.
Overdose, stupro, rischio di contagio da malattie sessualmente trasmissibili non sembrano scoraggiare i praticanti del chemsex, mentre sono gravi rischi altamente probabili.
Il sondaggio è stato svolto esclusivamente online, in modo da consentire la totale privacy ai partecipanti.
Quali sono le sostanze più utilizzate durante il sesso?
L’alcol è in genere ricercato dal 60% di uomini e donne con l’intento di migliorare la propria prestazione sessuale; la cannabis dal 37% degli uomini e dal 26% delle donne; l’MDMA, nota anche come ecstasy, è la droga impiegata dal 15,5% sia di uomini che donne.
Preoccupante il dilagare del GHB, la droga dello stupro, indicata come sostanza più indicata per l’esperienza sessuale dal 10% dei maschi gay e dallo 0,7% di uomini e donne etero, nonostante l’estrema pericolosità della stessa.