di Monica Micheli*

Significato e origine di un gioco sempre più diffuso tra gli amanti

La coppia, si sa, è un sottile sistema di equilibri.

Come abbiamo visto in questo articolo, in un rapporto di lungo corso non è tanto importante la frequenza con cui si fa l’amore, ma la qualità.

Molte coppie stabili scelgono di provare nuove sensazioni avvicinandosi a pratiche un po’ diverse dal solito con l’intento di rinvigorire l’intesa.

Una delle più diffuse è il bondage, ovvero legare, immobilizzare il/la partner tramite l’impiego di corde, tessuto, manette, etc.

La traduzione dall’inglese è, per l’appunto, schiavitù.

L’arte di legare in modo da rendere impossibile ai prigionieri la liberazione (kinbaku o shibari) vede la propria origine in Giappone e gli appassionati di bondage studiano con attenzione tali tecniche.

Chi pratica bondage estremo deve necessariamente essere molto preparato al fine di non mettere in pericolo addirittura la vita del partner.

Ma senza arrivare a tali livelli, giocare assieme al partner usando anche solo una sciarpa di seta per avvolgere i polsi può regalare sensazioni estremamente piacevoli.

Il tutto, naturalmente, se è pienamente condiviso da entrambi.

Il messaggio implicito nella pratica è il possesso, quel “sei mio/a” che sussurriamo alla persona amata, nonché parimenti il desiderio di abbandonarsi all’altro con estrema fiducia.

In tal senso, le pratiche bondage potrebbero rappresentare un momento molto intimo per la coppia, un’opportunità per condividere le proprie fantasie, nel rispetto della volontà dell’altro.

Non è un mistero che gran parte dei problemi che le coppie affrontano derivino dalla scarsa comunicazione, sia per quanto riguarda le piccole cose di ogni giorno, ma anche quelle che sono le proprie esigenze a livello più intimo.

A ben pensarci, è strano che alla persona che abbiamo scelto per accompagnarci per un lungo tratto della nostra esistenza non vogliamo mostrare dei dettagli importanti del nostro essere o semplicemente della nostra fantasia.

Ci ferma il timore di essere giudicati o non compresi o, peggio, rifiutati.

Ma se imparassimo ad aprirci un po’ di più, gradualmente, rispettando i tempi dell’altro, la coppia si rivelerebbe un’eterna scoperta, un microcosmo appagante e ricco di sorprese.

Monica Micheli

 

Monica Micheli, prima vera esperta di Cucina Afrodisiaca, owner del web-magazine ErosKitchen.com e Tutor di Cucina Afrodisiaca per Detto Fatto

Scrivici su whatsapp!
Invia