La dignità della sveltina al centro di un’indagine scientifica
C’è chi pensa che più dura meglio è.
Beh, quel tale deve ricredersi, perché i rapporti sessuali di minor durata non sono affatto da prendere sottogamba. Anzi…
Come in molti altri ambiti dell’esistenza, la qualità vince con notevole distacco sulla quantità.
A confermarlo, una ricerca dell’Università della Pennsylvania, atta a stabilire quando un coito debba essere considerato troppo corto, troppo lungo o adeguato.
Ebbene, incrociando i dati di numerosi terapeuti sessuali statunitensi e canadesi, è risultato che un rapporto carnale accettabile si attesta già tra i 3 e i 7 minuti di durata, mentre è definito ideale tra i 7 e i 13.
Meno è troppo poco, di più è troppo e basta.
Stop dunque al procrastinare il sesso ai giorni successivi perché ci sembra di dover raggiungere prestazioni temporali eccessive rispetto alla nostra stanchezza: basta meno di quello che pensiamo.
Anzi, a volte facciamo fin troppo, a quanto pare!
Attraverso le misurazioni effettuate negli anni dall’Università del Queensland in Australia e dallo studio dei dottori Waldinger, McIntosh e Schweitzer, si arriva a capire come la durata media di un rapporto sessuale, dal momento della penetrazione all’eiaculazione sia di poco superiore ai 5 minuti.
Se vi sembra poco, va tenuto presente che un’indagine del 1948 affermava che il 75% degli statunitensi non superava i 2 minuti.
L’uomo sembra stia andando verso un maggiore controllo dell’eiaculazione, molto probabilmente in relazione ad un’aumentata considerazione delle necessità della partner – cosa che fino a non molti anni fa non aveva praticamente alcun peso nel sesso.
C’è un però: se finora abbiamo parlato di durata del coito, abbiamo invece omesso un dettaglio importante, ovvero i preliminari.
Un amante degno di questo nome gioca dagli 11 ai 13 minuti con la compagna, prima di arrivare al sodo.
E sembra proprio che l’elemento fondamentale per definire il sesso ben fatto siano, per l’appunto, le coccole.