di Monica Micheli*
Forse non tutti sanno che la mia prima fatica letteraria si intitolava “1001 buoni motivi per rifarsi le tette – Confessioni di una maggiorata pericolosa“.
Il libello satirico, illustrato da Alessio Atrei, fece al tempo molto scalpore (parliamo del 2010), tanto che fui ospite al programma “Il senso della vita” di Bonolis.
In sostanza analizzavo l’importanza, a terzo millennio avviato, di una terza abbondante, rispetto ai massimi sistemi.
Ciò a ragion veduta e a carte scoperte, passando da una retromarcia a una misura degna di riguardo (con un piccolo aiutino chirurgico, chiaramente…dopo aver appurato che cremette e pasticche miracolose non fungono).
Una decina di anni fa non impazzava ancora la moda bootie (tutti pazzi per il di dietro alla Kardashan, per intenderci), che trovo piuttosto volgare e abbrutente: il bipede ha cominciato ad apprezzare maggiormente il seno dopo aver guadagnato, per l’appunto, l’andatura eretta.
Ciò perché – a 4 zampe – aveva davanti agli occhi un sedere, mentre poi ciò che di più simile lo fronteggiava era un prosperoso seno.
Tornare a venerare il deretano è quindi concettualmente un fosbury evoluzionistico, secondo il mio modesto parere.
Va da sé che il seno è qualcosa alla quale faccio particolare attenzione, come tematica generale.
Giusto ieri, ascoltando la radio in auto, mi sono imbattuta più volte e in stazioni diverse nella seguente notizia, molto enfatizzata:
“L’Italia agli ultimi posti nella classifica delle maggiorate!“
Beh, di certo non per colpa mia, penso, dato che ho contribuito alla causa con una discreta sommetta!
I dettagli forniti dagli speaker, golosi di un motivo tanto becero per poter esternare il loro sessismo poco polically correct, mi convincevano poco: per esempio, ai vertici della classifica ci sarebbero le donne caucasiche e non meglio precisate “non caucasiche” degli USA e Canada.
Calcolato un peso medio tra i 90 e i 130 Kg, è probabile.
Ma secondo quali parametri avranno svolto la ricerca e su che campione?
Decido di approfondire, affidandomi al buon Google.
Eccoci!
E’ un fake che si ripropone periodicamente dal 2010!
Il falso è facilmente accertabile cercando la presunta fonte, ovvero The journal of female health science: una pagina statica senza articoli e con l’intestazione fotocopiata.
Quindi un sospiro di sollievo per i nostalgici della Loren: nessuna rilevazione scientifica o sedicente tale è mai stata davvero eseguita per stilare una classifica delle maggiorate mondiali.
Ergo: probabilmente non è vero che le italiane sono piatte.
Non tutte, almeno.
Peggio per chi confida in un mondo in cui l’informazione sia libera, ragionata, utile alla collettività.
Ma vabbè, questa è una storia che non fa più notizia!
Monica Micheli, prima vera esperta di Cucina Afrodisiaca, owner del web-magazine ErosKitchen.com e Tutor di Cucina Afrodisiaca per Detto Fatto